Svolta nei paradisi fiscali: Bermuda, Cayman e Isole Vergini Britanniche dovranno dire addio al segreto

Svolta storica in Gran Bretagna nella lotta ai paradisi fiscali, al riciclaggio internazionale e alla corruzione. Le Isole Cayman, le Bermuda, le Isole Vergini Britanniche, Gibilterra e gli altri dieci territori d’oltremare del Regno Unito dovranno introdurre entro la fine del 2020 dei registri pubblici in cui dovranno rivelare i nomi dei beneficiari effettivi delle società domiciliate nei loro paesi. Dovranno cioé porre fine al segreto dietro il quale sono schermati i proprietari delle società anonime che nascondono, molto spesso, soldi sporchi o frutto di evasione fiscale. Se non lo faranno, sarà il governo britannico a imporre loro la creazione dei registri dei beneficial owners.

La svolta del 1° maggio

La svolta, inattesa, si è verificata il 1° maggio quando – intervenendo ai Comuni nell’ambito delle discussioni sulla nuova legge anti-riciclaggio – il sottosegretario agli Esteri, Sir Alan Duncan, ha affermato che i conservatori hanno riconosciuto «il punto di vista della maggioranza» e che il governo non si opporrà a un emendamento presentato dalla parlamentare laburista Margaret Hodge e dal deputato conservatore Andrew Mitchell.

Il Primo ministro britannico, Theresa May è stata costretta ad appoggiare l’emendamento per evitare una storica sconfitta in Parlamento. La misura che indebolirà le leggi sul segreto bancario e societario dei paradisi fiscali, era stata infatti appoggiata – oltre che dal Labour, dai Lib Dem e dallo Scottish National Party – anche da 21 parlamentari Tory, che erano pronti a sfidare il governo.

I parlamentari avevano respinto una serie di emendamenti di compromesso proposti dal governo May e che avrebbero annacquato l’impegno a rivelare i titolari delle società registrate nei 14 territori d’oltremare.

I paradisi del riciclaggio internazionale

Circa la metà delle società citate nei Panama Papers -i documenti finiti nelle mani dei giornalisti del Consorzio internazionale giornalisti nvestigativi (Icij)-  sono state istituite nelle Isole vergini britanniche (Bvi) mentre l’organizzazione non governativa Global Witness stima che 68 miliardi di sterline sono stati nascosti dalla Russia attraverso i territori britannici d’oltremare tra il 2007 e il 2016.

L’emendamento non si applica alle dipendenze della corona, l’Isola di Man e le Isole del Canale (Jersey e Guernsey), perché il parlamento non ha il diritto legale di imporre la propria volontà su di loro. Tuttavia, Mitchell ha affermato che alla luce del successo dell’emendamento il Parlamento si aspetta che il governo «esprima il convincimento in modo persuasivo e speriamo che le dipendenze della corona abbraccino la stessa posizione etica e pari trasparenza».

Premiati anni di battaglie

L’annuncio ha colto si sorpresa gli attivisti delle ong che si battono per la trasparenza fiscale e contro il riciclaggio di denaro sporco. «Quella di di oggi è una grande vittoria nella lotta contro la corruzione, l’elusione fiscale e il riciclaggio – afferma Naomi Hirst di Global Witness -. I paradisi fiscali del Regno Unito sono stati scoperti in innumerevoli casi di corruzione e riciclaggio di denaro sporco. Ponendo fine al loro segreto societario si contrasta l’attività illecita di dittatori corrotti, evasori fiscali e criminali organizzati. Questo – prosegue Napoli Hirst – è il risultato di anni di tenaci campagne da parte di parlamentari, giornalisti investigativi e di una coalizione di attivisti anti-corruzione e anti-povertà di tutto il mondo».

Per Alex Cobham, Ceo Tax Justice Network, l’organizzazione che redige la classifica internazionale delle giurisdizioni segrete, «la rete di segretezza finanziaria del Regno Unito è la più grande al mondo. Se la Gran Bretagna è un paese solo moderatamente segreto secondo il nostro Financial Secrecy Index, ciò si deve alla deliberata esternalizzazione del segreto societario, che è stato trasferito alle Dipendenze della Corona (Jersey, Guernsey e Isola di Man) e ai più numerosi Territori d’oltremare come le Isole Cayman, numero 3 del nostro più recente indice di segretezza finanziaria, e le Isole Vergini Britanniche, che si posizionano al sedicesimo posto».

Anche Transparency International Uk accoglie positivamente l’annuncio del ministro degli Esteri del Regno Unito. Per Duncan Hames, director of Policy di Transparency International Uk, «il Regno Unito sarà finalmente in grado di aprire i centri finanziari nei Territori britannici d’oltremare. Queste giurisdizioni sono state a lungo il tallone d’Achille delle nostre difese contro il denaro sporco. L’accordo su questo concetto rappresenta un momento estremamente significativo nella lotta alla corruzione, non solo nel Regno Unito ma in tutto il mondo».

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angelo.mincuzzi@ilsole24ore.com

Twitter: @Angelo_Mincuzzi

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