Elezioni europee, l’evasione fiscale non è una priorità per i partiti. Ecco cosa scrivono nei programmi

Non credo che le prossime elezioni del Parlamento europeo, previste in Italia per il 9 giugno, cambieranno la direzione dell’Unione europea sul fronte delle tasse e del fisco. Un po’ perché il Parlamento – l’unico organismo eletto direttamente dai cittadini – non ha paradossalmente poteri di proposta legislativa (facoltà che spetta alla Commissione europea), un po’ perché leggendo i programmi dei gruppi politici che si presenteranno alle elezioni, i temi fiscali non sembrano essere una priorità nell’agenda politica.

Eppure ci sarebbe davvero bisogno di cambiare rotta. Come ho avuto modo già di scrivere, ho girato l’Europa alla vigilia del voto di giugno per capire perché la classe media e i cittadini comuni stiano diventando sempre più poveri e paghino sempre più tasse mentre i ricchi moltiplicano i patrimoni grazie al privilegio di non versare la quantità di imposte che dovrebbero. La realtà che ho visto – devo ammettere – non mi è piaciuta. Da questo viaggio è nato il libro “Europa parassita – Come i paradisi fiscali dell’Unione europea ci rendono tutti più poveri”, pubblicato dall’editore Chiarelettere.

L’Europa mi è sembrata come un’immensa prateria nella quale un’élite di privilegiati dilaga da tempo come novelli Gengis Khan nelle antiche steppe dell’Asia. Può sembrare un’immagine eccessiva ma – vi assicuro – non lo è. Quella che ho visto è un’Unione europea che procede come un’armata Brancaleone, debole con i forti e forte con i deboli. Nel momento storico in cui avrebbe bisogno di essere più unita di sempre a causa delle minacce geopolitiche che la circondano, l’Unione sta invece danneggiando il pilastro su cui si regge: la forza delle democrazie.

Nel libro ho cercato di spiegare, nel modo più semplice e comprensibile che ho trovato, perché i cittadini onesti che pagano le tasse sono costretti a versarle anche per gli evasori fiscali, per gli elusori e per le grandi multinazionali. Il risultato di tutto ciò è che i cittadini onesti pagano almeno il 20% di tasse in più, proprio perché devono versare anche la quota che gli altri non pagano.

Un’ingiustizia che negli anni ha scavato solchi profondi nella fiducia degli europei e degli italiani e ha intaccato la fiducia nelle capacità dei moderni sistemi democratici, come l’alta percentuale di astensione alle votazioni politiche sta dimostrando. Sono segnali pericolosi, già sperimentati in passato.

Una correzione di rotta per una maggiore equità fiscale, dunque, sarebbe necessaria. Ma la lettura dei programmi dei partiti politici europei che si presentano alle elezioni non è confortante.

Lo spazio dedicato a questo nodo cruciale per il futuro della Ue è minimo e per alcuni gruppi sembra residuale. La sensazione che si ricava è che questo non sia un tema in cima alle priorità politiche europee. Un grave errore.

Qui di seguito ho estrapolato le parti dei manifesti politici che parlano di fisco e di evasione fiscale. Per ora non le commento ma potete farvi un’idea voi stessi leggendole.

PPE – PARTITO POPOLARE EUROPEO

(https://www.epp.eu/papers/epp-manifesto-2024)

“Ecco perché la competitività è così cruciale. Richiede prestazioni economiche sostenute, stabilità economica, sociale e politica e sufficiente libertà per gli imprenditori incoraggiati da una visione chiara e obiettivi a lungo termine. Richiede inoltre condizioni di lavoro giuste e buone, una forza lavoro qualificata, un eccellente slancio innovativo, un’amministrazione pubblica efficiente, efficace e responsabile al servizio dei cittadini e delle imprese e politiche fiscali che non impongano loro oneri aggiuntivi. Allo stesso tempo, la crescita economica, la competitività e il desiderio di creare un mercato attraente devono riflettersi anche nella legislazione europea e in mezzi e azioni concrete per combattere l’evasione fiscale e la corruzione. Dobbiamo astenerci da tendenze verso un’eccessiva regolamentazione senza considerare tutte e tre le dimensioni della sostenibilità: economica, ecologica e sociale… Ciò richiede il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali e dell’unione bancaria, il rafforzamento del mercato interno dei servizi finanziari nonché una politica fiscale sana e prevedibile che rispetti i criteri di Maastricht… Vogliamo creare un’Europa favorevole alle tasse e favorevole alle imprese, dove i nostri settori produttivi possano competere e prosperare, dove i nostri lavoratori possano ottenere un buon reddito e dove tutti contribuiscano equamente alla società. Questo è il fulcro della nostra politica economica”.

PSE – PARTITO DEI SOCIALISTI EUROPEI

(https://pes.eu/documents/)

“Il nostro impegno per la giustizia fiscale è un impegno per società eque. Un sistema fiscale giusto rafforza il nostro modello sociale europeo e sostiene gli investimenti nelle nostre economie, nei nostri servizi pubblici e nella nostra sicurezza. Le grandi aziende, i grandi inquinatori e i super ricchi devono pagare la loro giusta quota, in Europa e nel mondo, attraverso imposte effi caci sulle società, sugli extraprofitti, sui capitali, sulle transazioni finanziarie e a carico dei più ricchi. Ci battiamo per assicurare che le tasse siano pagate dove i profitti sono realizzati, come con successo ci siamo battuti e abbiamo ottenuto l’introduzione dell’aliquota minima globale d’imposta sulle imprese. Contrastiamo la frode fiscale e i paradisi fiscali fuori e dentro l’Ue e vogliamo procedere verso l’estensione del voto a maggioranza qualificata su specifiche questioni fiscali. I sistemi fiscali devono essere privi di ogni discriminazione di genere”.

RENEW EUROPE

(https://2024.democrats.eu/it/the-manifesto/)

“Riconoscendo l’importanza vitale della zona euro, proponiamo di istituire un budget specifico volto a stimolare la crescita economica e a fornire un sostegno concreto ai paesi in difficoltà. Ci impegniamo a coordinare attentamente le politiche fiscali e di bilancio all’interno dell’eurozona, per evitare squilibri economici importanti…Sviluppare la tassazione delle imprese, per armonizzare le basi imponibili delle imprese in tutta l’UE. Introdurre la tassazione delle criptovalute, un settore scarsamente regolamentato che gioca sui diversi regimi fiscali applicabili tra gli Stati membri. Adottare una tassa sui giganti digitali, in modo che tutti gli attori paghino una quota equa, dato che in Europa pagano la metà delle tasse rispetto alle aziende tradizionali. Assicurarsi che le grandi aziende multinazionali, in particolare quelle con un impatto ambientale significativo, contribuiscano proporzionalmente alla loro impronta ecologica. Assicurarsi che queste nuove risorse siano generate in modo equo e trasparente… Incoraggeremo una politica fiscale responsabile, sostenendo gli investimenti nei settori chiave, la creazione di posti di lavoro di qualità e la costruzione di un’economia sostenibile a lungo termine… Garantire la protezione dei lavoratori e l’equità fiscale… Esortare la Banca centrale europea (Bce) a monitorare meglio le grandi transazioni liquide e digitali per combattere il riciclaggio di denaro, l’evasione fiscale e il finanziamento del terrorismo e della criminalità organizzata”.

VERDI EUROPEI

(https://europaverde.it/e-il-momento-di-rinnovare-la-promessa-delleuropa/)

“La tassazione può essere un efficace strumento di equità e sostenibilità. Auspichiamo una riforma fiscale ecologica: tassare di più quel che vogliamo diminuire (uso delle risorse e inquinamento) e tassare di meno quel che vogliamo aumentare (posti di lavoro). L’Europa dovrebbe chiedere agli Stati membri di aumentare le tasse sui combustibili fossili e prendere in considerazione le tasse ambientali a livello europeo, ad esempio su voli e materie plastiche… Troppo spesso, i poveri devono pagare tasse proporzionalmente più alte rispetto ai ricchi e i piccoli imprenditori più delle grandi società. L’Europa deve evitare gli stratagemmi che consentono ai soggetti facoltosi di eludere le tasse, promuovendo così l’equità fiscale e contribuendo a finanziare i tanto necessari investimenti pubblici… E’ particolarmente importante combattere le frodi fiscali e il riciclaggio di denaro che contribuiscono a finanziare la criminalità organizzata. Chiediamo il miglioramento delle norme antiriciclaggio e il rafforzamento dei poteri di indagine europei… Per promuovere la giustizia fiscale, l’Europa deve adottare misure più forti per chiudere i paradisi fiscali, combattere l’evasione e l’elusione fiscale, sia all’esterno, sia all’interno dell’Unione. Una maggiore armonizzazione su quanto è tassato e come, come una solida base imponibile comune e consolidata per le persone giuridiche da imporre alle grandi imprese e un’aliquota minima dell’imposta sulle persone giuridiche, ridurrebbe la concorrenza dannosa tra gli Stati membri. Oltre a impegnarsi per questo quadro comune, gli Stati membri dovrebbero conservare la capacità di affrontare gli svantaggi intrinsechi delle loro economie. I benefici derivanti dalla riduzione dell’elusione fiscale dovrebbero a loro volta essere utilizzati anche per gli investimenti europei al fine di ridurre le disuguaglianze sociali e sostenere le comunità svantaggiate e periferiche. L’obbligo per le società multinazionali di segnalare pubblicamente dove pagano le tasse deve essere rafforzato… La tassazione deve essere adatta alla nostra economia globalizzata. Dobbiamo introdurre misure più severe per combattere la manipolazione del mercato, la speculazione abusiva e l’insider trading e migliorare la trasparenza sui mercati finanziari. Proponiamo un’imposta sulle transazioni finanziarie per limitare la speculazione e finanziare investimenti sostenibili. L’Europa deve trovare anche un modo equo e funzionale per tassare i servizi digitali e gestire le criptovalute”.

ECR – PARTITO DEI CONSERVATORI E DEI RIFORMISTI EUROPEI

(https://ecrgroup.eu/)

“Il gruppo Ecr è pienamente consapevole che ogni centesimo speso dalla Ue è denaro proveniente dalle tasche dei contribuenti europei. La possibilità per i cittadini di denunciare l’uso improprio del denaro europeo è assolutamente vitale. Il Gruppo Ecr ha guidato le raccomandazioni del Parlamento europeo che garantirebbe uno spazio sicuro affinché gli informatori possano segnalare abusi, cattiva condotta e attività illegali legate alla pubblica amministrazione e alle società private, alla criminalità organizzata, all’evasione e all’elusione fiscale”.

ID – IDENTITA’ E DEMOCRAZIA

(https://it.idgroup.eu/)

Nel sito del gruppo parlamentare non è presente il programma

THE LEFT

(https://www.european-left.org/2024-eu-election-manifesto/#pdf)

“Chiediamo l’abolizione dei paradisi fiscali nella Ue e l’istituzione di un livello minimo comune di tassazione dei profitti e dei grandi patrimoni nella Ue… Introdurre una tassa europea sui ricchi per finanziare gli investimenti essenziali per la riduzione della povertà e le transizioni ambientali e sociali. Imporre un’imposta sui profitti eccessivi nei settori energetici e legati alla guerra, come le banche e il settore delle armi. Introdurre una tassa cloud progressiva sui ricavi delle piattaforme digitali, che copra la spesa delle aziende e dei partiti politici sui social media… Fissare le transazioni finanziarie e combattere l’evasione e la frode fiscale stilando un elenco accurato dei paradisi fiscali, compresi quelli all’interno della Ue e introducendo una ritenuta alla fonte sugli utili delle multinazionali e delle banche. Dobbiamo porre fine ai paradisi fiscali all’interno dell’Unione europea!”.

P.S. Se mi sono sfuggiti dei particolari dei singoli programmi dei partiti europei sono pronto ad aggiungerli. Scrivetemi.

LEGGI ANCHE

“Chi evade le tasse non è un figo da imitare”. Cosa pensa degli evasori la maggioranza silenziosa dell’Italia

Chi non versa le tasse usa i servizi pagati dagli altri. Ma perché gli italiani difendono gli evasori fiscali?

Il mio viaggio nell’Europa dei super ricchi. Ecco perché l’Unione europea o cambia o muore

L’Italia paradiso fiscale? Un giro tra i grattacieli di Milano, regno della flat tax

Tasse ed evasione fiscale, la rivolta (pacifica) degli onesti di cui l’Italia ha bisogno

Evasione fiscale, quella «sindrome di Stoccolma» che scatena la nostra «servitù volontaria»

angelomincuzzi.com

  • habsb |

    Alla lettura di questi programmi appare chiaro che il fisco non è la priorità della metà destra del Parlamento (Popolari, Conservatori e Identità) mentre un ulteriore inasprimento fiscale viene proposto con forza dalla metà sinistra del semicerchio parlamentare (Verdi, Socialisti, Renew) . Per fortuna questi ultimi tre schieramenti sono tutti in netto calo e dovrebbero perdere secondo i sondaggi almeno una quarantina di seggi.

  Post Precedente
Post Successivo