“Mediapart” come il “Guardian”, blindato il controllo del giornale

I giornalisti di Mediapart blindano il controllo del giornale d’inchiesta francese fondato 11 anni fa dall’ex direttore di Le Monde, Edwy Plenel, e ne rendono «irreversibile» l’indipendenza. Seguendo le orme del giornale britannico The Guardian, Mediapart ha deciso di creare una fondazione senza scopo di lucro che avrà il controllo del giornale online e lo renderà «inviolabile, definitivamente non cedibile né acquistabile». Il Fonds pour une presse libre (Fpl), così si chiamerà l’organismo non profit posto al vertice della struttura editoriale, avrà la missione di difendere la libertà, l’indipendenza e il pluralismo della stampa. L’iniziativa è stata annunciata con un lungo articolo sul sito di Mediapart.

La struttura che blinderà Mediapart

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Il Fondo per una stampa libera (Fpl) verrà creato dai fondatori di Mediapart e dal presidente dell’attuale Società dei dipendenti (la giornalista Martine Orange), riuniti in un’associazione che si chiamerà Associazione per il diritto alla conoscenza (Ads). Il Fondo proteggerà il futuro economico e l’indipendenza editoriale di Mediapart mantenendo il possesso del capitale attraverso una struttura intermedia, la Société pour la protection de l’indépendance de Mediapart (Spim).

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«La nostra scelta – scrivono François Bonnet, Laurent Mauduit, Edwy Plenel et Marie-Hélène Smiejan-Wanneroy, i quattro fondatori del giornale – è quella di far vivere Mediapart con una soluzione innovativa, nel quadro della legislazione francese esistente: la proprietà del 100% del capitale di Mediapart attraverso un fondo di dotazione, un’organizzazione senza scopo di lucro che impedirà qualsiasi acquisizione o presa di controllo da parte di interessi economici privati. L’indipendenza di Mediapart sarà quindi strutturalmente garantita e protetta».

La libertà di stampa prima di tutto

Oltre a rendere inviolabile il capitale di Mediapart, il Fondo per una stampa libera avrà una missione di interesse generale, al servizio del giornalismo e del pubblico: promuovere, aiutare e difendere la libertà di stampa, garantire il diritto di conoscere e la libertà di espressione, sostenere il pluralismo e proteggere la propria indipendenza. «La sua azione – sottolineano gli autori dell’articolo – risponde a un obiettivo di interesse generale sancito dalla Costituzione della Repubblica francese e consolidato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo». In futuro, pur rimanendo un’impresa commerciale i cui unici ricavi sono gli abbonamenti dei suoi lettori, «Mediapart sarà controllata da una struttura non capitalista, estranea a qualsiasi esigenza di profitto e mossa solo dall’interesse generale».

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Controllando il capitale di Mediapart tramite Société pour la protection de l’indépendance de Mediapart (Spim), la fondazione non sarà in grado di interferire nella sua gestione quotidiana o nella sua politica editoriale. Spim dovrà semplicemente proteggere il futuro di Mediapart attraverso la regolare costituzione di riserve finanziarie.

La “rifondazione” di Mediapart sarà completata entro la fine di settembre 2019

Le parole di Albert Camus

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I fondatori di Medipart citano le parole che Albert Camus scrisse nei giorni della liberazione della Francia dal nazifascismo nel 1944: «Qualsiasi riforma morale della stampa sarebbe inutile se non fosse accompagnata da misure politiche per garantire ai giornali una reale indipendenza nei confronti del capitale».

Dalla sua creazione nel 2008, Mediapart è un’eccezione nel panorama dei media: un quotidiano digitale totalmente partecipativo e totalmente indipendente; vive solo grazie al supporto dei suoi lettori, senza entrate pubblicitarie o sussidi statali; creato e controllato dai giornalisti.

Tra la stampa politica e di informazione generale quotidiana in Francia, Mediapart è l’unico media il cui capitale è stato controllato fin dall’inizio dai giornalisti che lo hanno fondato. «Solo i nostri lettori ci possono comprare», è lo slogan scelto dal sito d’inchiesta.

Il modello anglosassone

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L’indipendenza economica di Mediapart è attualmente garantita dalla posizione di controllo dei quattro cofondatori (François Bonnet, Laurent Mauduit, Edwy Plenel e Marie-Hélène Smiejan-Wanneroy) nel suo capitale: possiedono il 42,08% delle quote, all’interno di una specie di patto di sindacato (Fondatori, Società dei dipendenti, Società degli amici e amici individuali) che in totale, rappresenta il 62% del capitale. Il resto delle azioni appartiene a due investitori storici partner del giornale (sono presenti dal 2008): Doxa (31,81%) ed Ecofinance (6,32%).

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Per tre anni i giornalisti di Mediapart hanno lavorato per trovare la soluzione ottimale per assicurare l’indipendenza e la non scalabilità della società editoriale. «Oggi – scrivono ancora i quattro fondatori – la scelta culmina con una soluzione senza precedenti che, proposta dai cofondatori, è stata approvata dai dipendenti di Mediapart e dai suoi azionisti. Il voto si è svolto lunedì 24 giugno e la soluzione proposta è stata approvata al 93,43%».

Le esperienze precedenti realizzate in Francia per assicurare la partecipazione azionaria dei dipendenti e quindi l’indipendenza dei giornali, come quelle di Le Monde e di Liberation, si sono infrante sulla crisi economica. Entrambi i giornali sono finiti sotto il controllo di imprenditori privati. Ecco perché i giornalisti di Mediapart si sono orientati verso il modello dello Scott Trust, che dal 1936 garantisce l’indipendenza del quotidiano britannico The Guardian.

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