“Ma è palese che una vera lotta all’evasione non la si vuole fare! È inutile girarci attorno o far credere all’opinione pubblica che si è riuscito a recuperare qualcosina, giusto per accaparrarsi qualche consenso elettorale. Gli strumenti ci sarebbero, ma sono drastici e finirebbero per falcidiare il consenso popolare. Quali? Togliere il contante ad esempio. Chi si prenderebbe la responsabilità di attuare una scelta simile? Eppure, tolto il contante non ci sarebbe più quell’enorme sommerso che c’è oggi. Perché è così: in questo strano Paese i problemi non si risolvono ma si rimandano ai posteri. Ma prima o poi qualcuno dovrà prendere una decisione. Io da dipendente sono stanca di pagare le tasse anche per gli altri. E con me ci metto anche i lavoratori autonomi onesti che fatturano e gli imprenditori sani. Non è possibile che lavoriamo fino al mese di luglio solo per pagare le tasse e in cambio avere per giunta dei servizi oltretutto di scarsa qualità. Dobbiamo ficcarci in testa che chi evade non è un ‘figo’ da imitare, ma un farabutto che ci sta togliendo i soldi dal nostro portafoglio. Forse se capissimo questo concetto saremmo sulla strada giusta per uscirne. Prima che falliamo come Stato, ovviamente”.
Questo è il commento che una lettrice ha inviato al blog dopo aver letto il post “Tasse ed evasione fiscale, la rivolta (pacifica) degli onesti di cui l’Italia ha bisogno“. Si firma semplicemente Angela.
Ho deciso di pubblicare integralmente le sue parole perché penso che contengano una serie di verità troppo spesso taciute dalla maggioranza silenziosa di questo Paese.
La prima verità è contenuta in questa frase: “Io da dipendente sono stanca di pagare le tasse anche per gli altri. E con me ci metto anche i lavoratori autonomi onesti che fatturano e gli imprenditori sani”. L’ho riletta più volte e trovo che non si possa sintetizzare meglio il senso di disagio che sta diventando sempre più forte nella parte onesta dell’Italia. Chi paga le tasse è stanco di pagarne tante ma soprattutto di pagarle anche per i furbi, che evadono le imposte (tutte o in parte) ma continuano imperterriti e senza vergogna a usufruire dei servizi offerti dal settore pubblico.
Come scrive un altro lettore – Antonio, in un commento al post “Chi non versa le tasse usa i servizi pagati dagli altri. Ma perché gli italiani difendono gli evasori fiscali?” – “i furbi evadono e si lamentano dei servizi che non sono all’altezza (perché mancano quelle risorse che loro sottraggono alla comunità). Smettiamo di giustificare chi evade perché gli evasori sono ladri”. E aggiunge: “Gli italiani sono stupidi. Non capiscono che chi non paga le tasse ruba nelle tasche degli altri. Se tutti pagano, tutti pagano di meno. Bisogna introdurre pene amministartive severissime, altro che condoni”.
Anche in questo caso si tratta di concetti che gli italiani pensano ma raramente gridano ad alta voce. Rileggiamole quelle parole: “I furbi evadono e si lamentano dei servizi che non sono all’altezza (perché mancano quelle risorse che loro sottraggono alla comunità)”, scrive Antonio. Ed è vero. Perché molto spesso le lamentele più accese sorgono dalla bocca di chi le tasse non le paga.
Nel mio lavoro di giornalista mi capita spesso di frugare nei bilanci e nei documenti (tutti pubblici) di società che hanno sede in Lussemburgo, a Londra, a Cipro, in Olanda e in altri paradisi fiscali europei. Questo mi porta a scoprire sconosciute società possedute da italiani anche famosi che spesso affermano pubblicamente che in Italia le tasse sono alte (santa verità) e che i servizi pubblici sono inefficienti (altra santa verità) ma dimenticano di dire che le risorse per abbassare le imposte e per far funzionare meglio sanità, scuole e tutto il resto mancano anche perché ci sono quelli come loro, che le tasse non le pagano o ne pagano soltanto in piccola quantità.
Anche di questo parla il mio ultimo libro “Europa parassita – Come i paradisi fiscali dell’Unione europea ci rendono tutti più poveri“, in libreria per Chiarelettere, e ne ho scritto anche in “La Cassaforte degli evasori“.
“Se tutti pagano, tutti pagano meno“, scrive ancora Antonio. Niente di più vero. Se tutti pagassero, le imposte complessive potrebbero diminuire almeno del 20%, se non di più. Già oggi esiste una legge che dice che i soldi recuperati dall’evasione fiscale devono servire per ridurre le imposte. La legge andrebbe rafforzata obbligando tassativamente lo Stato a portare automaticamente in riduzione dell’imposizione fiscale tutti i fondi ottenuti da chi ha evaso le tasse.
Ma torniamo alla lettera di Angela: “Dobbiamo ficcarci in testa che chi evade non è un ‘figo’ da imitare, ma un farabutto che ci sta togliendo i soldi dal nostro portafoglio”. Quanti italiani lo pensano! Tanti, tantissimi. Eppure nessuno sa esattamente cosa fare. Perché questo è il problema di fondo.
La maggioranza silenziosa degli italiani è conscia di cosa accade nel nostro Paese perchè lo vive quotidianamente sulla propria pelle. Basta andare in uno studio privato di un medico. Molto spesso (non sempre per fortuna, perché i medici onesti ci sono e sono la maggioranza) al momento del pagamento ci si sente dire: “Sono 100 euro ma senza fattura. Se la desidera deve pagare anche l’Iva”. E’ una situazione odiosa. Il paziente è in uno stato di dipendenza psicologica per tanti motivi: perché il medico lo ha appena visitato, perché gli ha già fissato un altro appuntamento, perché può salvargli la vita, perché gli ha fatto il favore di riceverlo subito. Chi ha il coraggio di dire “guardi, non si fa così. Lei in questo modo evade le imposte. La fattura dovrebbe essere automatica e non dovrebbe chiedermi se la voglio o no”? Nessuno. Chi lo fa, per favore, mi scriva e mi racconti cosa è accaduto dopo.
“Chi evade le tasse non è un figo“, dice Angela. E’ uno slogan efficace. Sintetizza bene la realtà. Nel linguaggio giovanile il “figo” è una persona abile, astuta, che si fa ammirare per qualche sua particolare capacità. Qual è la capacità dell’evasore fiscale? Scroccare i servizi pubblici, le infrastrutture di cui si serve quotidianamente come le strade, l’illuminazione, la manutenzione dei marciapiedi, i giardini pubblici, le fogne, i semafori, le strisce pedonali, i parcheggi, l’esistenza delle leggi che difendono la sua proprietà privata e che puniscono chiunque gli sottragga qualcosa, la polizia, i carabinieri, i vigili del fuoco, la protezione civile, i pronto soccorso, il vigile che redige il verbale di un incidente e gli permette di incassare il rimborso dell’assicurazione… Potrei continuare all’inifinito. Chi evade le imposte vive a scrocco, si potrebbe dire utilizzando ancora il linguaggio giovanile.
L’evasore fiscale è “un farabutto che ci sta togliendo i soldi dal nostro portafoglio”, sono ancora le parole di Angela. Rifletteteci. Spiace dirlo ma è proprio così.
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