Da alcuni anni l’Italia ha imboccato una strada già battuta da tempo da altri paesi europei. Ha creato un ristretto gruppo di cittadini privilegiati rispetto alla maggioranza di tutti noi. Per loro ci sono regole diverse dalle nostre, più tolleranza, maglie più larghe e soprattutto meno tasse da pagare. Per attrarre i super ricchi, l’Italia ha abdicato al principio dell’uguaglianza di trattamento.
Proprio come accade in alcuni paradisi fiscali, dove le società che non svolgono nessuna attività all’interno del paese non pagano nessuna imposta mentre le attività locali che vendono prodotti oppure offrono servizi nel territorio sono soggette alla normale tassazione. Per attrarre nuovi investimenti, i governi di quei paesi hanno creato delle corsie preferenziali per le scatole vuote create da stranieri che arrivano con l’obiettivo esclusivo di azzerare le imposte.
Ne parlo nel mio nuovo libro “Europa parassita”, in libreria per Chiarelettere, un viaggio nei paradisi fiscali europei alla vigilia del voto di giugno per il nuovo Parlamento di Bruxelles.
I grattacieli di Porta Nuova e di Citylife a Milano ospitano nel loro splendore alcuni dei nuovi privilegiati dal Fisco italiano. Se si trasferiscono dall’estero in Italia, una legge consente loro di pagare solo 100.000 euro di imposte all’anno su tutti i guadagni ottenuti oltre i nostri confini, profitti che in genere possono ammontare a svariati milioni di euro.
Il reddito ricevuto in Italia viene tassato come quello di un qualunque cittadino ma sui guadagni realizzati oltreconfine l’imposta è una semplice flat tax per 15 anni. I familiari, invece, pagano 25.000 euro ciascuno. L’importante è che negli ultimi dieci anni il contribuente facoltoso non abbia abitato in Italia per almeno nove anni . Sono tanti i calciatori che hanno usufruito in Italia della legge per i “neo residenti”.
Anche Cristiano Ronaldo, quando fu ingaggiato dalla Juventus, scelse di pagare la flat tax da 100.000 euro sui guadagni incamerati all’estero con le sue attività. Sullo stipendio ricevuto dalla Juve, invece, versava interamente le tasse come tutti noi. La legge ha attratto non solo calciatori o sportivi milionari ma anche finanzieri, professionisti e imprenditori stranieri oppure italiani che sono tornati nel nostro Paese dopo anni di residenza, per esempio, a Londra.
I numeri dei Paperoni che usufruiscono di questa corsia privilegiata sono ancora piccoli ma aumentano rapidamente di anno in anno. Nel 2021 i nuovi residenti erano in totale 2.142 e hanno versato circa 172 milioni di euro di imposte . I dati raccolti dalla Agenzia delle Entrate e pubblicati dalla Corte dei conti non dicono invece né qual è l’ammontare dei redditi esteri dei ricchi stranieri né la quantità di imposte ordinarie che sarebbero state prelevate dall’Italia su quei guadagni se non ci fosse stata la flat tax.
La tassa piatta per i non residenti è stata introdotta per favorire le spese da parte di individui stranieri che spostano la residenza fiscale in Italia ma non esistono dati che quantifichino gli investimenti effettuati. Anzi, nessuno sa se gli investimenti siano mai stati fatti e quindi se la legge abbia raggiunto o meno i suoi obiettivi.
Questa tendenza è confermata anche dall’ultimo report dell’agenzia immobiliare Knight Frank. Secondo “The wealth report 2024”, sono sempre di più i super ricchi che acquistano attici a Milano da utilizzare come prima casa. E sono gli incentivi fiscali – con la flat tax dei ricchi in prima fila – ad attirare le famiglie facoltose che hanno una disponibilità di oltre 30 milioni di dollari.
Così nel capoluogo lombardo i prezzi medi delle abitazioni sono passati dai 3.883 euro al metro quadro di cinque anni fa a 5.345 euro alla fine del 2023. Ma nella zona centrale possono raggiungere i 10.466 euro al metro quadro.
Secondo altri studi, nella zona di Brera il prezzo medio al metro quadro supera gli 11.000 euro mentre nel Quadrilatero della Moda arriva a oltre 12.000 euro.
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