Per 1.000.000.000.000 di dollari in più. Ecco il guadagno dei miliardari Usa nell’anno del Covid

Nell’anno del Covid, i 750 miliardari americani sono diventati complessivamente più ricchi di un trilione di dollari, con un guadagno esentasse del 25% nel 2021, secondo i calcoli di Americans for Tax Fairness (Atf) basati su Forbes. Atf raggruppa oltre 420 organizzazioni nazionali e locali che si battono per un sistema fiscale più equo negli Stati Uniti.

La ricchezza dei miliardari è passata da 4,1 trilioni a 5,1 trilioni di dollari nei 12 mesi terminati il 31 dicembre. Scritta in numeri si tratta di una ricchezza aggiuntiva a dodici zeri, ovvero 1.000.000.000.000 di dollari, cioé mille miliardi di dollari.

Questa cifra potrebbe finanziare la metà del piano di investimenti decennale proposto dai Democratici, di circa 2 trilioni di dollari.

Il numero dei miliardari negli Stati Uniti è salito da 659 a 736 nel corso del 2021. E questo nonostante – o forse grazie – alla pandemia da Covid-19.

Secondo la legge attuale statunitense, nessuna di queste plusvalenze sarà mai tassata a meno che le attività sottostanti non vengano vendute, una cosa che i super-ricchi generalmente non hanno bisogno di fare per condurre una vita nel lusso.

Ma se la legge proposta dal senatore Ron Wyden fosse stata approvata lo scorso anno, i miliardari avrebbero dovuto pagare 240 miliardi di dollari sui loro guadagni del 2021, con una aliquota del 23,8% sulle plusvalenze.

 

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Il fondatore di Tesla e SpaceX, Elon Musk, Elon Musk, è stato il miliardario che ha accresciuto di più le sue ricchezze, salite da 118 a quasi 272 miliardi di dollari.

Musk si è recentemente vantato di dover pagare 11 miliardi di tasse per i guadagni dell’anno scorso, una cifra che rappresenta meno del 10% della plusvalenza generata nel 2021. Negli Usa le famiglie pagano in media circa il 13% di imposta federale sul reddito.

Se Musk (Tesla) ha aumentato le sue ricchezze del 77% in un anno, non così bene è andata a Jeff Bezos (Amazon), che ha incrementato il patrimonio “solo” dello 0,7%, anche se questa percentuale significa una ricchezza in più di 1,4 miliardi di dollari.

Scendendo nella classifica dei 10 Paperoni più ricchi degli Stati Uniti, Bill Gates (Microsoft) ha guadagnato il 15,2%, Larry Page (Oracle) il 61,1%, Mark Zuckerberg (Facebook) il 20,5%, Sergey Brin (Google) il 59,8%, Warren Buffett (Berkshire Hathaway) il 25,1%, Steve Ballmer (Microsoft) il 41,1% e Michael Bloomberg (Bloomberg) il 27,5% in più.

Voi quanto avete guadagnato di più nel 2021?

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angelo.mincuzzi@ilsole24ore.com

  • habsb |

    egr. dr. Mincuzzi
    ogni volta che scrivo mi chiedo se il mio intervento sarà pubblicato. A volte passa, a volte no, secondo criteri che non riesco ancora ad afferrare.

    In questo caso, mi limito ad osservare che le plusvalenze di cui Lei parla, e che si leggono nella tabellina in inglese, sono puramente teoriche e non corrispondono ad alcuna ricchezza reale e monetizzabile.
    Ammettiamo infatti che il sig. Musk provi a convertire in dollari le sue azioni Tesla, vendendole sul mercato. Questo assorbe giornalmente circa $25M di controvalore di azioni Tesla, e cio’ significa che a Musk servirebbero 10000 sedute borsistiche per monetizzare il suo pacchetto azionario; ossia circa 40 anni;

    Non solo, ma una tale vendita massiccia e sistematica di azioni farebbe crollare il prezzo delle azioni Tesla, e i fantomatici 270 miliardi si ridurrebbero come pelle di zigrino.

    Quanto a tassare le plusvalenze potenziali, non è certamente cosa equa e accettabile.
    Lei sa bene che la Borsa oscilla, e l’azionista che guadagnasse 10% nel 2021 e riperdesse questo 10% nel 2022, si ritroverebbe a fine 2022 esattamente con lo stesso capitale che a fine 2020, avrebbe pero’ dovuto pagare una tassa sulla plusvalenza potenziale realizzata nel 2021. Assolutamente iniquo e asimmetrico, a meno che le minusvalenze non diano diritto a un’imposta negativa (pagata dal fisco agli azionisti), il che è evidentemente altrettanto inaccettabile.

    Da sempre le lobbies de l’immobiliare, in USA come in Europa premono sui governi perche’ i guadagni di Borsa siano maggiormente tassati, scoraggiando l’investimento in azioni e in impresa, a tutto vantaggio del rialzo senza fine dei prezzi immobiliari.

    Ma non riesco a immaginare che Lei sia arruolato in una di queste lobbies

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