L’evasione fiscale? Un furto. Ecco come la pensa il nuovo capo dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini

L’evasione fiscale va condannata. Le tasse sono il mezzo più trasparente per finanziare le spese ed evitare la “macelleria sociale”. E il partito degli evasori, in Parlamento, esiste. È questo il Ruffini-pensiero, cioé cosa pensa del fisco e dell’evasione fiscale il nuovo direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, che adesso dovrà destreggiarsi tra Irpef, Irap, verifiche delle partite Iva. Lui è Ernesto Maria Ruffini, avvocato tributarista, tornato al vertice delle Entrate dopo aver ricoperto lo stesso incarico dal giugno 2017 al settembre 2018. Nel 2017 gli avevo dedicato un post in questo blog. Lo ripropongo oggi.

Il suo pensiero è scritto nel libro “L’evasione spiegata a un evasore”, pubblicato nel 2013 dalla casa editrice Ediesse, con prefazione di Romano Prodi e postfazione di Vincenzo Visco, ultimo ministro ad aver seriamente combattuto l’evasione fiscale.

Il libro di Ruffini è uno di quelli che non possono mancare nella vostra piccola biblioteca sull’evasione fiscale. Ecco una sintesi, suddivisa per argomenti, del Ruffini-pensiero.

Democrazia
“Le tasse hanno creato la democrazia. Quegli stessi cittadini che con le tasse hanno messo in comune le loro ricchezze hanno cominciato a pretendere di sapere come venivano spesi quei soldi e quindi di decidere se darli o meno. L’esempio è poi passato anche in quei paesi che avevano ancora dei re; e i re per poter avere i soldi hanno dovuto accettare di essere controllati. Così sono nati i parlamenti moderni e la moderna democrazia: per controllare le tasse e le spese. E per le tasse si sono fatte anche rivoluzioni, come in America”.

Debito pubblico
“I debiti sono ancora tasse, solo rinviate al futuro, lasciate da pagare ai nostri figli e nipoti”.

Tasse
“Le tasse non sono né belle né brutte. Sono però il mezzo più trasparente e più onesto che lo Stato ha per finanziare le spese: «Voglio fare questa spesa e la voglio finanziare con queste tasse. Siete d’accordo?». E noi cittadini, almeno in democrazia, possiamo rispondere sì o no”.

Scelta
“La scelta non è tra pagare e non pagare le tasse. La scelta è tra le differenti proposte che fanno i partiti su come, quando, quanto e cosa tassare… Perché le tasse sono semplicemente lo strumento necessario per poter vivere insieme, cercando di non lasciare nessuno indietro. Sono uno strumento che ha un prezzo che dovremmo pagare tutti. Perché tutti è la parola che abbiamo perso per strada. E’ la parola da riscoprire. E un paese, qualsiasi paese, per andare avanti ha bisogno di tutti, nessuno escluso”.

Welfare
“Lo Stato si è fatto carico di tutte queste cose, anche per mantenere la pace sociale. Invece di finanziare eserciti per conquistare altri paesi, abbiamo finanziato altre cose, per conquistare il benessere collettivo, il welfare. E quelli che prima erano beneficiari della carità sono diventati finalmente soggetti di diritti”.

Furto
“Sono proprio le tasse che tu non paghi a far mancare medici, macchinari, posti letto negli ospedali pubblici e ad allungare le liste d’attesa. Quando tu non rilasci uno scontrino e non paghi le tasse non fai una furbata, ma commetti un furto. E per giunta un furto contro te stesso, perché equivale a un posto letto in meno in ospedale per i nostri malati, per tua madre. Siamo tutti sulla stessa barca”.

Spending review
“Ogni anno si controlla se quella spesa è necessaria. Se non lo è, la si elimina e, se lo è, si ricalcola a quanto deve ammontare, senza essere vincolati a quello che si è speso in passato. Quello che voleva fare Padoa-Schioppa era proprio questo”.

Sprechi
“Gli sprechi… alimentano diffidenza verso lo Stato e quindi nuova evasione fiscale e disinteresse crescente per la cosa pubblica e quindi altri sprechi ancora; l’evasione, in altre parole, fa venire meno il meccanismo di controllo dei cittadini sui politici. L’evasione e gli sprechi, insomma, formano un altro circolo vizioso e la lotta all’evasione fiscale e quella agli sprechi sono due facce della stessa medaglia”.

Evasore
“L’evasore non è una razza diversa. L’evasore può essere ognuno di noi. In potenza è dentro ognuno di noi. Ho detto che è come un ladro? E lo è, se non altro per questo motivo: che, come il ladro, anche l’evasore è fatto dall’occasione. Per questo penso che le partite Iva che invece pagano tutto quello che devono pagare siano i migliori cittadini di questo paese: perché resistono alla tentazione”.

Voti e politica
“Lo ripeto: è legittimo protestare ma non è giusto evadere. Chi dice frasi del genere, se ne è convinto, è un individuo che confonde ciò che è giusto con ciò che gli conviene. E se lo dice solo per ottenere consenso è anche peggio che un amorale: è un truffatore, perché cerca di comprare il tuo voto con i tuoi soldi. Peggio ancora: uccide le basi della nostra vita collettiva”.

Spesa sociale
“Vengono evase tasse per 120 miliardi di euro. Ti rendi conto di quanti soldi sono? Soldi che potevano essere destinati alla spesa sociale per far vivere tutti meglio. Tutti. Soldi che potrebbero servire a riempire la buca nell’asfalto proprio qui fuori, davanti al tuo negozio, a installare quel semaforo pedonale davanti al bar dove fai colazione la mattina prima di andare a lavorare, a realizzare una linea metropolitana all’altezza di tutte le grandi città, ad offrire la possibilità di mandare i tuoi nipoti all’asilo nido del loro quartiere”.

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Macelleria sociale
“E, invece, prima abbiamo speso per queste cose, facendo debiti. E poi, quando il debito è diventato troppo grande, abbiamo dovuto mettere nuove tasse e tagliare la spesa. Quella sociale, perché stiamo assistendo a quella che è stata definita la “macelleria sociale”, di cui sono responsabili anche gli evasori fiscali. Se all’epoca tutti avessero pagato le tasse, non si sarebbero dovuti fare quei debiti, e oggi non dovremmo al tempo stesso aumentarle e tagliare le spese”.

Paradisi fiscali
“Gli evasori sono tutti quelli che non pagano le tasse, punto e basta. Ma è vero che ci sono grandi evasori e piccoli evasori. Se per grandi evasori tu intendi le grandi imprese, sappi che questi contribuenti, in genere, preferiscono studiare complicati meccanismi per pagare meno tasse, cercando di aggirare la legge, ma non violandola apertamente. In qualche caso ci sono di mezzo paesi esteri con le loro leggi e la loro scarsa trasparenza, nonché trattati internazionali. Il che rende complicatissimo quello che è già complicato”.

Piccole evasioni
“Il grosso dell’evasione è la somma di tante piccole evasioni continuate e ripetute, che vanno per le spicce, terra terra: niente fatture, niente scontrini, operazioni inventate e così via. Questo perché in Italia l’economia si regge su una moltitudine di piccole imprese e di lavoratori autonomi che costituiscono più del novanta per cento delle partite Iva. Parliamo di cinque milioni di partite Iva”.

Controlli
“Per quanto sia numeroso il personale della Guardia di Finanza e quello dell’Agenzia delle Entrate, le probabilità che un evasore sia scovato sono davvero scarse. Solo il cinque per cento delle dichiarazioni dei redditi sono controllate e l’evasore ha il novantacinque per cento di probabilità di farla franca”.

Presa in giro
“Il sistema non può continuare a funzionare così. E’ una presa in giro colossale di cui lo Stato è perfettamente consapevole. Le tasse le pagano i soliti noti, dipendenti e pensionati”.

Condoni
“I condoni che si sono succeduti in Italia sono davvero tanti, troppi. E anche se fosse stato solo uno, avrebbe comunque rappresentato un’offesa a quelli che avevano regolarmente pagato le proprie tasse. Non è giusto consentire che quelli che non pagano le tasse possano usufruire di uno sconto su quanto avrebbero dovuto pagare. Si tratta di un premio inammissibile, nulla di meno di un premio”.

Scudo fiscale
“Il massimo è stato raggiunto con lo “scudo fiscale”: lo Stato che offre uno “scudo” a chi ha esportato i propri guadagni in nero all’estero per difenderli da chi? Dalla Guardia di finanza e dall’Agenzia delle Entrate! Assurdo: lo Stato che fa da scudo contro se stesso! Se invece fossimo onesti con noi stessi, dovremmo inserire nella Costituzione un espresso divieto di condoni fiscali, sotto qualunque denominazione si nascondano”.

Giustizia
“Un sistema così non è giusto. Perché, come ti ho già detto, c’è chi non può evadere e paga quanto deve, come molti lavoratori dipendenti, e chi può evadere e paga solo quando e quanto vuole, come molte partite Iva”.

Diseguaglianze
“Le tasse non vogliono cancellare tutte le diseguaglianze. L’uguaglianza di cui parlo è quella delle opportunità di vita e non dei risultati raggiunti. E’ l’uguaglianza di tutti ai blocchi di partenza. E’ questo che lo Stato deve garantire, poi ognuno farà le proprie scelte e la propria corsa”.

Efficienza
“Per me quello che ha creato gran parte dell’evasione e potrà cancellarne gran parte è, almeno in Italia, prima di tutto l’efficienza del fisco: leggi e circolari chiare e ordinate, controlli puntuali, giustizia rapida, riscossione efficace. Il fisco deve diventare più efficiente ma senza cattiveria verso il contribuente, anche se evasore: bisogna fare giustizia, non vendetta. Anzi, bisogna aiutare il contribuente a essere fedele, creare, come dicevo prima, degli inventivi a entrare nel club dei contribuenti onesti”.

Irrazionalità
“Oggi il sistema tributario del nostro paese è un sistema eccessivamente complesso, che risente di tutte le stratificazioni normative che si sono succedute negli anni… Il risultato, a voler essere gentili, è un sistema fiscale irrazionale”.

Illusionisti
“Il legislatore – o meglio, il governo al quale spetta la definizione della politica tributaria di un paese – proprio come un esperto illusionista, cerca di distogliere l’attenzione dello spettatore-contribuente per non fargli percepire la realtà della pressione fiscale, per poter governare senza particolari ostacoli. Non è una fantasia né uno scherzo; è di nuovo la teoria dell’illusione finanziaria di cui ti accennavo o, in questo caso, dell’illusione tributaria”.

Tracciabilità
“La progressiva smaterializzazione dei mezzi di pagamento, con l’abbandono del contante e la tracciabilità. E tutto questo è realmente possibile, non è un salto nell’utopia. Il problema è solo politico. Manca la reale volontà di perseguire questi obiettivi, perché in ballo ci sono i voti per vincere le elezioni: il partito degli evasori esiste”.

Condanna morale
“Di certo non esistono scorciatoie né miracoli. Anche le migliori idee, le migliori proposte sono solo una parte della soluzione; la soluzione “tutta intera” al problema dell’evasione fiscale, alla fine, dipende da noi, solo da noi, da ciascuno di noi, dall’impegno che metteremo nel portare avanti queste idee, insieme. E’ adesso che dobbiamo rifiutare anche in ciascuno di noi giustificazioni morali o tecniche per l’evasione e dobbiamo invece condannarla apertamente, una condanna morale prima che giuridica. Perché l’evasione è un furto a tutti noi. Perché a non pagare le tasse non ci guadagna nessuno. Anzi, ci perdiamo tutti”.

angelo.mincuzzi@ilsole24ore.com

Twitter: Angelo_Mincuzzi

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  • Eva la giusta |

    Scusi direttore nuovo ma già nominato in precedenza.. mancherebbe un punto al suo bell’elenco di come bella sarebbe l’Italia coi suoi contribuenti vassalli a pagare le tasse …C come Conflitto d’interessi…poi ce lo spiegano in parlamento con l’interrogazione che riguarda la sua bella nomina..salut

  • Pippo |

    e chi chiude attività per evadere meglio è un cornuto

  • habsb |

    Buongiorno

    il dottor Ruffini dimentica di dire che l’evasione fiscale è più alta in quei paesi dove più alta è la pressione fiscale.
    E questo significa che l’evasione fiscale è certamente un furto ma è anche la naturale reazione ad un altro furto, quello operato dalla classe politica ai danni di contribuenti che non sono mai stati consultati sul soggetto specifico delle tasse che subiscono.

    Un paese autenticamente democratico sottoporrebbe a referendum popolare l’abrogazione dell’imposta sul reddito, e il risultato non sarebbe scontato.
    Ma pochi governanti, per non dire nessuno, vogliono prendere il rischio di subire una forte decurtazione del loro potere economico

    E allora continuiamo cosi’: come un popolo sconfitto, la classe dei contribuenti subisce il tributo imposto unilateralmente dalla classe politica tra cui gli elettori possono solo scegliere diverse facce ma sempre la stessa tassazione.

    Non resta allora ai più spregiudicati fra noi che rispondere al furto con il furto, e per i più timorati dimenticare in un modo o nell’altro di essere presi per il …..

  • Marco Saba |

    “Volete mantenere i redditieri che gestiscono le banche che comprano il nostro debito creando depositi dal nulla ?” “No.” Fine della storia.

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