Il trend è inarrestabile ed è denso di cattivi presagi per il futuro delle moderne democrazie. La concentrazione delle ricchezze è aumentata ancora nel 2018, tanto che oggi solo 26 miliardari hanno nelle loro mani tanti soldi quanto la metà più povera dell’umanità. Solo un anno prima, nel 2017, erano 43 i miliardari che disponevano di una fortuna pari a quella della metà della popolazione mondiale.
L’allarme arriva dall’ultimo rapporto dell’organizzazione non governativa Oxfam International, che sarà presentato durante il Forum di Davos, in Svizzera.
Complessivamente, la ricchezza mondiale dei miliardari è aumentata di 900 miliardi di dollari l’anno scorso, ad un tasso di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre la ricchezza della metà più povera della popolazione del pianeta è scesa dell’11%.
Le diseguaglianza continuano ad aumentare e il nuovo rapporto di Oxfam conferma ancora una volta il quadro – preoccupante – descritto dall’economista francese Thomas Piketty nel suo libro “Il capitale nel XXI secolo”, pubblicato da Seuil nel 2013. Secondo Piketty, il livello di diseguaglianza e di concentrazione delle ricchezze attuali nei paesi democratici occidentali è simile a quello esistente nel periodo della Belle Epoque, all’inizio del Novecento. Quel periodo sfociò nella Prima Guerra mondiale e poi nella nascita del fascismo in Italia e del nazismo in Germania, nell’Olocausto degli ebrei e nella Seconda Guerra mondiale.
“Il crescente divario tra ricchi e poveri ostacola la lotta contro la povertà, danneggia l’economia e alimenta la rabbia globale – spiega Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Oxfam International -. I governi devono assicurare che le multinazionali e i ricchi paghino la loro quota di tasse”.
Secondo i dati di Oxfam, la cui metodologia basata sui dati pubblicati dalla rivista Forbes e dal Credit Suisse è contestata da alcuni economisti, 26 persone ora hanno tanto denaro quanto i 3,8 miliardi più poveri del pianeta.
Per quanto riguarda l’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, la sua ricchezza ha raggiunto i 112 miliardi di dollari l’anno scorso. Ma “il bilancio sanitario dell’Etiopia è pari soltanto all’1% della sua fortuna”, afferma Oxfam.
Il numero di miliardari è raddoppiato dalla crisi finanziaria del 2008, afferma Oxfam, sottolineando che “i ricchi non hanno solo una ricchezza in piena espansione, ma anche i più bassi livelli di tassazione degli ultimi decenni. Se la tendenza fosse invertita, la maggior parte dei governi disporrebbe di risorse sufficienti per finanziare i servizi pubblici”, sostiene l’organizzazione non governativa.
Secondo Oxfam, su un dollaro di imposta sul reddito, solo quattro centesimi provengono dalla tassazione della ricchezza. L’organizzazione stima che i più ricchi nascondano complessivamente al fisco 7,6 trilioni di dollari e che in alcuni paesi come il Brasile o il Regno Unito “il 10% più povero ora paga tasse più alte in proporzione al reddito rispetto ai più ricchi”.
Il rapporto di Oxfam – di cui sarà interessante conoscere i contenuti nel dettaglio quando verrà presentato formalmente – viene pubblicato in un momento in cui la tassazione delle maggiori fortune sta provocando un acceso dibattito in diversi paesi.
In Francia, il movimento dei “giubbotti gialli” ha riacceso la discussione sulla rimozione dell’importanza sulla fortuna da parte del presidente Emmanuel Macron. Negli Stati Uniti, Alexandria Ocasio-Cortez, neo-eletto deputato democratico, ha proposto di tassare il 70% dei più ricchi, con il sostegno del premio Nobel Paul Krugman. In fondo non è niente di nuovo. Si tratterebbe di riportare l’ultimo scaglione della tassazione al livello esistente durante la presidenza Nixon.
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