Alcaraz, il tennista che paga il 47,2% di tasse in Spagna e snobba Montecarlo

Carlos Alcaraz, numero tre del tennis mondiale, è un idolo per i giovani del suo paese, la Spagna. A 21 anni di età è un campione in ascesa e ha sconfitto il nuovo numero uno del mondo, Jannik Sinner, nella semifinale del Roland Garros. Poi ha battuto in finale il tedesco Alexander Zverev.

Ma oltre a essere un idolo, Alcaraz è anche un esempio per gli spagnoli. A differenza di altri campioni del tennis mondiale non ha abbandonato il suo paese per scegliere di vivere a Montecarlo, dove non si pagano le tasse e dove risiedono sette dei primi dieci tennisti internazionali.

Poteva farlo ma non lo ha fatto. Alcaraz è rimasto fedele al luogo dove è nato: El Palmar, una frazione del comune di Murcia, in Spagna. Lì è cresciuto e lì ha vissuto la maggior parte della sua vita con i suoi genitori, Carlos Alcaraz Gonzalez e Virginia Garfia, e con i suoi tre fratelli, Álvaro, Sergio e Jaime. Carlos è il secondo dei quattro.

La casa in un bungalow

Quando deve allenarsi, Alcaraz vive a Villena, a circa 100 chilometri da dove è nato. Dalla Murcia si sposta nel territorio di Alicante e resta in Spagna. A Villena vive all’Accademia Equelite, fondata da Juan Carlos Ferrero, numero uno del tennis mondiale nel 2003, e anche suo allenatore.

Nell’accademia ci sono tutte le strutture di cui un tennista professionista ha bisogno, con 20 campi di cui 10 in terra battuta, nove in cemento e uno in erba sintetica. La residenza costa 3.900 euro al mese e dispone di tutto il necessario per gli allenamenti e il tempo libero.

Quando è qui, Alcaraz vive un bungalow di legno di 90 metri quadri, lontano dalla vita lussuosa di Montecarlo, un paese nel quale – tra l’altro – non esistono campi da tennis (sono tutti in territorio francese).

Finora Alcaraz ha guadagnato 28 milioni di dollari dai premi dei tornei vinti. Ma il giovane tennista spagnolo è ricercato da tempo dai grandi marchi che lo sponsorizzano e dai quali potrebbe ricavare cachet più alti di quelli dei trofei.

I primi marchi a fidarsi di Alcaraz sono stati Nike, Babolat (racchette), Rolex e l’azienda farmaceutica Isdin. Alcuni di questi contratti sono stati firmati quando Alcaraz aveva 16 anni ed era ancora solo una promessa. Nel corso degli anni hanno cominciato a sponsorizzarlo marchi di ogni tipo: la società alimentare El Pozo, anch’essa della Murcia, la casa automobilistica Bmw e poi Calvin Klein e anche Louis Vuitton.

Le società in Spagna

Per gestire il suo patrimonio, Alcaraz ha dato vita a due società che sono gestite dal padre in qualità di amministratore unico. La prima, fondata nel maggio 2023, si chiama Garfia Valores (il nome completo del tennista è Carlos Alcaraz Garfia) e secondo l’oggetto sociale svolge l’attività di holding. La Garfia Valores controlla poi la Garfia Properties, una immobiliare costituita nel luglio 2023. Entrambe le società hanno la sede a El Palmar.

Tutto in famiglia e, soprattutto, tutto in casa. Non per niente Alcaraz è un ambasciatore del turismo nella regione di Murcia-Costa Cálida.

Insomma, il tennista numero tre del mondo, non è stato attratto (per ora) dalle sirene di Montecarlo. Paga tutte le tasse nel suo paese. E non sono imposte basse. La sua aliquota complessiva è del 47,2%, cioè la somma delle imposte statali (al 24,5%) e di quelle della comunità autonoma, cioè la Murcia (al 22,7%).

Ecco perché Alcaraz non è soltanto un campione ma è anche un esempio per gli spagnoli. Ha deciso di non sfruttare i privilegi di Montecarlo, il paradiso fiscale scelto dai tennisti più facoltosi, e di contribuire interamente allo sviluppo del suo paese di origine. Non era una scelta scontata ma Alcaraz può adesso giocare a pieno titolo sotto la bandiera della Spagna. È un cittadino spagnolo, non un esiliato d’oro. Un campione che non abbandona il suo paese.

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  • habsb |

    Esatto, i 2.4 milioni incassati da Alcaraz sono tassati in Francia, alla benigna aliquota forfettaria del 15% (applicabile in Francia ad artisti e sportivi) ossia 360mila euro da pagare al fisco francese.
    Che Alcaraz sia residente spagnolo, monegasco, russo o cinese.
    E non certo 47% di tasse da pagare alla Spagna, che non vede neanche l’ombra di queste vincite milionarie.

  • Angelo Mincuzzi |

    Le imposte sui premi ricevuti nei tornei vengono pagare allo Stato dove i tornei si svolgono.

  • treno |

    Mi piacerebbe conoscere quante tasse verserà Alcaraz allo stato spagnolo dei 2,4 milioni che percepito ieri con la vittoria al Roland Garros. Zero euro, questo è quello che incasserà il fisco spagnolo. Spiegale bene le cose, semprechè tu li conosca.

  • Piero Favario |

    Chapeau a Alcaraz che paga le tasse on Spagna e non fa il furbacchione…

  • Angelo Mincuzzi |

    Ho scritto un libro su questo argomento. Si chiama “Europa parassita” ed è uscito da poco pubblicato da Chiarelettere.

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