La denuncia di Oxfam: l’1% di super-ricchi si spartisce l’82% della ricchezza creata ogni anno. Al 99% vanno le briciole

Il mondo è in mano a uno sparuto gruppo di miliardari che si spartiscono la quasi totalità della ricchezza creata. Anche quest’anno ad aprirci gli occhi sugli effetti nefasti dell’aumento della disuguaglianza è Oxfam, una confederazione internazionale di 20 organizzazioni che lavorano insieme in oltre 90 Paesi per costruire un futuro libero dall’ingiustizia della povertà. Alla vigilia del vertice di Davos, Oxfam ha diffuso il suo rapporto annuale dal titolo “Ricompensare il lavoro, non la ricchezza”. I numeri che l’organizzazione non governativa snocciola nelle 77 pagine del documento sono sopietati. Vediamoli.

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Nel corso dell’ultimo anno – scrive Oxfam – il numero dei miliardari è aumentato come mai prima: uno in più ogni due giorni. La ricchezza dei miliardari si è accresciuta di 762 miliardi di dollari nell’arco di 12 mesi, un incremento che, a titolo comparativo, rappresenta 7 volte l’ammontare delle risorse necessario per far uscire dallo stato di povertà estrema 789 milioni di persone. Di tutta la ricchezza creata nell’ultimo anno, l’82% è andato all’1% della popolazione, mentre il 50% meno abbiente non ha beneficiato di alcun aumento. Attualmente – stima Oxfam – vi sono nel mondo 2.043 miliardari e nove su dieci sono uomini. Nel periodo 2006-2015 il reddito dei lavoratori comuni è aumentato in media del 2% all’anno mentre la ricchezza dei miliardari ha goduto di un incremento annuo di quasi il 13%, cioè 6 volte di più.
In base a nuovi dati forniti da Credit Suisse, attualmente 42 persone possiedono la stessa ricchezza dei 3,7 miliardi di persone meno abbienti; il numero di persone che possiedono la stessa ricchezza del 50% più povero è stato aggiornato per l’anno scorso da 8 dell’anno scorso a 61. L’1% più ricco continua a possedere più ricchezze di tutto il resto dell’umanità.

Patrimoni ed evasione fiscale

Circa un terzo dei patrimoni dei miliardari sono ereditati. Nel corso dei prossimi 20 anni 500 tra le persone più ricche al mondo trasferiranno ai propri eredi oltre 2.400 miliardi di dollari, vale a dire più del Pil dell’India con i suoi 1,3 miliardi di abitanti.

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Ad incrementare i patrimoni dei più ricchi sono molto spesso anche gli abusi fiscali praticati da singoli individui e dalle imprese di cui sono proprietari o azionisti. Sfruttando la rete globale di paradisi fiscali, come dimostrato dalle vicende dei Panama Papers e dei Paradise Papers, i super ricchi riescono ad occultare alle autorità fiscali almeno 7.600 miliardi di dollari.
Dalle nuove analisi condotte dall’economista Gabriel Zucman per il rapporto Oxfam risulta che l’1% più ricco evade le imposte per un valore stimato di 200 miliardi di dollari. Il mancato gettito fiscale conseguente all’evasione da parte delle imprese e dei super ricchi sottrae ai Paesi in via di sviluppo almeno 170 miliardi di dollari all’anno.
I miliardari che hanno costruito le proprie fortune in mercati competitivi lo hanno fatto spesso speculando sul livello dei salari e sulla qualità delle condizioni di lavoro, obbligando i vari Paesi ad una corsa al ribasso suicida su salari, diritti dei lavoratori e concessioni fiscali.

Il divario in Italia

E in Italia? Anche nel nostro paese la disuguaglianza aumenta. In Italia, il 40% della ricchezza nazionale netta nel 2017 è stata appannaggio del 5% più ricco di nostri connazionali. E il divario nella distribuzione dei redditi non è da meno: secondo gli ultimi dati Istat disponibili il 20% più povero dei cittadini italiani dispone solo del 6,3% del reddito nazionale contro il 40% posseduto dal 20% più ricco. In un sondaggio realizzato da Demopolis per Oxfam Italia la maggioranza dei cittadini italiani intervistati (61%) ha dichiarato di aver percepito un trend crescente della disuguaglianza in Italia tra il 2011 e il 2016. L’80% del campione intervistato ritiene prioritario ed urgente il contrasto alle disuguaglianze.

Il mondo dei poveri

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Tra il 1990 e il 2010 il numero delle persone che vivono in condizioni di povertà estrema (cioè con meno di 1,90 dollari al giorno) si è dimezzato e da allora è in costante riduzione. Se però, nello stesso periodo, la disuguaglianza all’interno dei Paesi non fosse aumentata come invece ha fatto, ulteriori 200 milioni di persone si sarebbero affrancate dalla povertà; questo numero avrebbe potuto salire a 700 milioni se i poveri avessero beneficiato dei vantaggi della crescita economica più dei propri concittadini ricchi.
Chi si è affrancato dalla povertà estrema spesso rimange comunque molto povero e indebitato, e deve lottare per nutrire la propria famiglia. Oltre metà della popolazione mondiale continua a vivere con una somma giornaliera compresa tra 2 e 10 dollari.

Questa situazione è dovuta al fatto che negli ultimi 25 anni solo una piccola percentuale della crescita economica globale è andata a vantaggio della metà più povera dell’umanità. Il World Inequality Report recentemente pubblicato dal World Inequality Lab mostra come, tra il 1980 e il 2016, l’1% più ricco abbia assorbito il 27% dell’incremento totale del reddito mondiale mentre al 50% più povero è andata soltanto la metà di tale valore, ossia il 13%. Per una parte del 10% più povero il reddito medio annuo è aumentato di meno di 3 dollari nell’arco di 25 anni.

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Solo 13 centesimi di ogni dollaro di incremento del reddito globale è andato al 50% più povero mentre il 10% più ricco ha percepito 42 centesimi. Tenendo in considerazione i limiti ambientali del nostro pianeta, questo sistema non è soltanto inefficiente ma anche del tutto insostenibile: con questi livelli di disuguaglianza il volume dell’economia globale dovrebbe essere 175 volte più grande affinché tutti possano disporre di più di 5 dollari al giorno, e ciò implicherebbe la catastrofe ambientale.

L’élite globale

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Secondo Gabriel Zucman, docente all’Università della California (Berkeley) e autore del libro “La ricchezza nascosta delle nazioni”, «questo rapporto conferma ciò che i lavoratori sanno già da anni: la maggior parte dei tanto sbandierati benefici della globalizzazione è appannaggio di un’élite globale che si considera intoccabile. I miti dell’attuale modello di globalizzazione stanno crollando come un castello di carte, e con essi la credibilità di chi li propugna e la fiducia nelle istituzioni politiche. La sfacciata evasione fiscale praticata dalle imprese, la privatizzazione, i tagli ai servizi e decenni di stagnazione dei salari non sono un caso. C’è bisogno di un’azione urgente e radicale per finanziare i servizi pubblici universali, ristabilire la dignità del lavoro e ridistribuire la ricchezza; l’alternativa è la costante ascesa del populismo, del razzismo e della paura seminati ad arte dall’estrema destra. Poi non potremo dire di non essere stati avvertiti».

angelo.mincuzzi@ilsole24ore.com

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  • Angelo Mincuzzi |

    È un libro fondamentale per capire cosa sta succedendo nel mondo. Scritto da Thomas Piketty. Se non lo avete ancora letto, leggetelo.

  • arthemis |

    Consiglio la lettura di “Il capitale nel XXI secolo”. Spiega bene questi meccanismi in una prospettiva storica (in sintesi, la crescita degli anni 50-60 con l’ascensore sociale è stata una parentesi).

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