Marchionne, De Benedetti, Agnelli, Zegna e gli altri. I guadagni (e le perdite) dei 15 italiani più ricchi della Svizzera. Con qualche sorpresa

Marchionne, De Benedetti, Agnelli, Zegna, Bonomi, Malacalza, Fossati. E poi Gucci, Trussardi, Perfetti (quelli della “gomma del ponte”). Il club dei miliardari e dei milionari italiani tra le montagne della Svizzera vede molte conferme ma anche qualche sorpresa. Come fare soldi? Si chiedono in tanti. Ecco le storie di chi ci è riuscito.

L’elenco lo hanno stilato, come ogni anno, i magazine Bilan e Bilanz, il primo di clingua francese e attento alla piazza ginevrina, il secondo di idioma tedesco e più vicino a Zurigo e a Berna. Lo scorso dicembre i due periodici hanno pubblicato le loro classifiche sui “300 più ricchi della Svizzera”dimostrando come le ricchezze dei potenti continuino ad aumentare.

Abbiamo confrontato la classifica 2017 con quella del 2012 per capire come sono cambiate le ricchezze dei milionari e miliardari italiani in Svizzera negli ultimi comunque anni. I risultati fanno emergere qualche sorpresa, come il calo per De Benedetti (nel frattempo ha ceduto il controllo delle società ai figli)  ma fanno registrare anche incrementi dell’ordine del 200% per l’amministratore delegato di Fca, Marchionne.

Chi arriva e chi parte

Il bollettino degli arrivi e delle partenze di questa super-élite globale vede complessivamente nove uscite dalla Svizzera (principalmente verso Londra, altro luogo dove i miliardari si concentrano) e 15 nuovi ingressi. Quindi il saldo nel 2017 è stato positivo. Se non fosse che, notano sconsolati i due giornali, ad andarsene sono i miliardari ma ad arrivare sono “solo” dei multimilionari. Una tendenza che qualche preoccupazione può destarla. Ma a rasserenare gli svizzeri c’è un altro trend: nel 2017 il numero dei miliardari presenti nella Confederazione è cresciuto di due unità rispetto al 2016 e ora i Paperon de’ Paperoni che vivono nel suo territorio sono ben 128. Chapeau.

Alcuni di loro lo scorso anno hanno visto accrescere la ricchezza del 100 o del 200% in un anno. Chi di 2 miliardi e chi addirittura di 4 miliardi nel giro di 12 mesi.

E poi ci sono gli italiani, guidati come sempre dalla famiglia Bertarelli, sesta o settima fortuna della Svizzera. Molti tra i super-ricchi italiani sono ormai naturalizzati o hanno passaporto della Confederazione. Tutti, però, possono trarre beneficio dalle basse aliquote fiscali del paese, che concede a chi sceglie la Svizzera come nuova casa di pagare le imposte contrattando un forfait legato alla loro capacità di spesa. Il risparmio è assicurato.

Ma ecco chi sono i fortunati italiani più ricchi della Svizzera.

Il club dei miliardari

1 – Famiglia Bertarelli. Secondo la classifica di Bilan, i Bertarelli sono in assoluto la settima famiglia più facoltosa della Svizzera con una ricchezza compresa tra i 13 e i 14 miliardi di franchi svizzeri, una cifra rimasta stabile rispetto al 2015. Secondo Bilanz sono invece al sesto posto nella Confederazione. Nel 2012 il loro patrimonio era valutato 10-11 miliardi di franchi. In cinque anni è aumentato di 3 miliardi, pari a un incremento tra il 18% nell’ipotesi minima e il 30% in quella massima.

Attivo nei settori della farmaceutica e del biotech, Ernesto Bertarelli ha acquisito recentemente nuove partecipazioni in gruppi come Before Brands, Innocoll Holdings, Fornova o Medic Savoure. La sorella Dona Bertarelli, prosegue da parte sua la strategia d’investimento nell’industria del lusso con The Wine Merchant, che commercializza vini grand cru di Bordeaux. Inoltre, Colle Massari, la socioetà che raggruppa le tenute di famiglia in Toscana, si è ingrandito con l’acquisizione di Tenuta San Giorgio a Montalcino.

Dopo la cessione dell’azienda familiare Serono a Merck undici anni fa i due fratelli, con la madre Maria Iris, hanno incassato oltre 16 miliardi di franchi. La madre ha istituito la Fondazione Bertarelli, Dona ha investito in hotel e nella passione sportiva che condivide con il fratello: la vela competitiva. Ernesto ha reato un colosso per investimenti, Waypoint Capital. Compra immobili, investe in start-up tecnologiche e aziende biotecnologiche, sostiene la ricerca sulle scienze della vita ed è coinvolto in vari settori del sistema sanitario.

Oltre alla sede principale a Ginevra, Bertarelli ha aperto uffici a Londra, Jersey, Boston e Lussemburgo. Il boom immobiliare di Londra ha aumentato il valore dei suoi edifici. Unica nota negativa: la partecipazione del 9% nella società farmaceutica svizzera Santhera ha perso metà del suo valore nel 2017 a causa di una decisione dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema).

2 – Famiglia Aponte. Con una ricchezza (stabile) tra 9 e 10 miliardi di franchi (8,5 miliardi secondo Bilanz), la famiglia che vive a Ginevra è proprietaria del secondo gruppo mondiale di shipping e della quarta compagnia nel settore delle crociere. Gli Aponte sono riusciti a diversificare i rischi. La Mediterranean Shipping Company (Msc) è proprietaria del 70% delle navi utilizzate mentre il 30% viene noleggiato. Di conseguenza, Msc ha beneficiato di prezzi di noleggio estremamente bassi. A giugno la filiale specializzata in crociere ha commissionato la Msc Meraviglia, la più grande nave mai costruita da un armatore europeo. Ospiterà 5.700 passeggeri e 1.800 membri dell’equipaggio. La famiglia Aponte ha continuato a investire nel settore delle crociere, che cresce dell’8% all’anno. Msc è diventato un grande datore di lavoro a Ginevra.

Il gruppo è guidato dall’armatore sorrentino Gianluigi Aponte, che nel nel 1969 ha fondato la società che avrebbe preso il nome di Msc. Per duplicare la capacità della flotta entro il 2022, gli Aponte hanno avviato un piano di investimenti di circa 8 miliardi di franchi.

Nel 2012 la fortuna degli Aponte veniva valutata da Bilan tra i 4 e i 5 miliardi di franchi. In cinque anni la loro ricchezza è cresciuta almeno dell’80%.

3 – Famiglia Perfetti. Il loro patrimonio è valutato tra i 6 e i 7 miliardi di franchi svizzeri, in crescita di 200 milioni rispetto al 2016 (per Bilanz è invece di 4,750 miliardi). Nel 2012 era di 4-5 miliardi: l’incremento è stato almeno del 20%.

Con i suoi tre marchi internazionali Mentos, Chupa Chups e Alpenliebe, venduti in oltre 150 paesi, e i diciassette marchi regionali, tra cui Frisk, Happydent, Golia e Vivident, il gruppo Perfetti Van Melle genera vendite per oltre 2,6 miliardi di euro. I fratelli Augusto (66 anni) e Giorgio Perfetti (70) hanno ereditato l’azienda con i suoi 18.000 dipendenti, ma non si sono occupati del business operativo per diversi anni. Nel 2017, Augusto Perfetti ha fatto il suo ingresso nella classifica dei più importanti collezionisti d’arte contemporanea. I fratelli vivono in Canton Ticino.

La società di famiglia fu fondata circa 70 anni fa a Lainate, vicino a Milano, dai fratelli Ambrogio ed Egidio Perfetti. Oggi i loro eredi, Augusto e Giorgio, ne hanno fatto il terzo gruppo mondiale nel settore con l’acquisizione della Van Melle e della società spagnola che produce i Chupa Chups. Anche se gustate chewing gum o caramelle  Mentos, Morositas, Big Babol o Brooklyn (la “gomma del Ponte”) state comprando prodotti della famiglia Perfetti.

4 – Famiglia Zegna. La famiglia possiede una ricchezza stimata in 2-3 miliardi di franchi, stabile rispetto allo scorso anno (Bilanz stima un patrimonio di 2,250 miliardi) e anche rispetto alla cifra calcolata cinque anni prima. Lo scorso anno nel gruppo di abbigliamento e di tessuti di lusso, lo stilista Stefano Pilati ha ceduto il posto ad Alessandro Sartori, che aveva lanciato il marchio di successo Z Zegna. Le sue prime collezioni sono state un successo. Gildo Zegna (62 anni) ha anche razionalizzato la rete di negozi, che conta più di 513 punti vendita, di cui 287 di proprietà e ha puntato sulla produzione e sul marketing. Il gruppo  prevede una crescita a due cifre in Cina, Russia e persino in Europa. La partecipazione nella griffe Brunello Cucinelli è stata venduta con profitto la scorsa primavera.

5 – Famiglia Agnelli de Pahlen. La loro ricchezza è valutata tra 1,5 e 2 miliardi di franchi (Bilanz ne stima 1,750 miliardi), stabile rispetto al 2016 e al 2012. Nata a Losanna nel 1955, Margherita Agnelli de Pahlen è tornata in Svizzera circa venti anni fa. Figlia di Gianni Agnelli ha ereditato denaro, immobili, mobili e opere d’arte per un valore di oltre un miliardo di euro ma ha rinunciato alle quote della casa automobilistica italiana e quindi non è più coinvolta nel gruppo  Fca (Fiat Chrysler Automobiles). Madre di otto figli nati da due matrimoni, Margherita Agnelli si dedica principalmente alla pittura.

La figlia dell’avvocato Agnelli vive vicino a Ginevra e amministra la Ki Lin, la società che gestisce il suo patrimonio. Il marito, il conte Serge de Pahlen, gestisce invece la Sàrl Editions des Syrtes.

6 – Famiglia Malacalza. La loro fortuna (stabile anche rispetto al 2012) è valutata tra 1,5 e 2 miliardi di franchi (1,750 miliardi secondo Bilanz). Vittorio Malacalza e i suoi figli Mattia e Davide, che sono i principali azionisti della genovese Banca Carige con una quota del 18%, nel 2017 hanno registrato una perdita potenziale di 230 milioni di euro attraverso le loro azioni della banca. La famiglia spera, tuttavia, che la ristrutturazione alla fine porti i suoi frutti. Al contrario, le partecipazioni industriali sono molto più redditizie e possono bilanciare le perdite degli investimenti bancari. L’azienda siderurgica Distribuzione Acciai, le attività nei superconduttori di Asg e Omba Impianti & Engineering, una società di ingegneria, stanno mostrando risultati positivi. Mattia Malacalza risiede in Canton Ticino, Vittorio e Davide in Italia.

7 – Famiglia Bonomi. Patrimonio stabile a 1-1,5 miliardi di franchi per la famiglia italiana (Bilanz  valuta la ricchezza a 1,250 miliardi).

Con circa 6,5 miliardi di euro di fondi raccolti, Investindustrial è uno dei principali fondi d’investimento indipendenti europei. Fondato nel 1990 e guidato da Andrea Bonomi, ha ricavato lo scorso giugno 550 milioni di euro nella vendita della società di noleggio di auto a basso prezzo Goldcar al leader europeo del settore Europcar. Investindustrial ha realizzato un’ottima plusvalenza considerando che aveva acquistato la società nel 2014 per circa 300 milioni.

Con un team di 84 esperti in cinque paesi, tra cui Lugano, le aziende rilevate sono state rinnovate e poi vendute nuovamente dopo cinque-dieci anni. Il capitale  è stato raccolto principalmente da 50 investitori istituzionali. Le partecipazioni hanno 18.500 dipendenti, con un fatturato di 5 miliardi e un Ebitda di 838 milioni di euro.

Attraverso il suo fondo Strategic Capital, inoltre, il finanziere italo-americano ha anche rilevato una partecipazione del 3% nella griffe di calzature e borse di lusso Tod’s. Andrea Bonomi vive con sua moglie e tre figli in Ticino e a Londra.

Nipote di Anna Bonomi Biolchini, nel 2015 Andrea Bonomi ha riportato in Italia le calzature Sergio Rossi, ha avviato un polo del lusso intorno a B&B Italia, azienda attiva nell’arredo di design di fascia alta ed è entrato nel capitale dell’aeroporto di Bologna. Ha cercato, senza successo, di acquisire il controllo di Rcs Mediagroup e del Corriere della Sera.

8 – Famiglia Fossati. La ricchezza della famiglia italiana che oggi vive in Canton Ticino è valutata tra 1 e 1,5 miliardi di franchi (1,250 per Bilanz). Ricchezza stabile sia in confronto al 2016 sia al 2012. Daniela, Stefania, Giuseppe e Marco Fossati hanno ereditato la società produttrice del famoso brodo Star, inventato nel 1949 da Danilo Fossati. Nel 2006 hanno venduto l’azienda al gruppo spagnolo Agrolimen. Oggi, la famiglia italiana gestisce i propri beni tramite la Findim Holding lussemburghese, che riporta una perdita di dieci milioni di euro nel 2016. Tuttavia, il gruppo ha ancora una liquidità di 424 milioni. Il 2017 è stato spinto dalla buona performance delle azioni di Gas Plus, la quarta utility di gas in Italia, nella quale Findim detiene una quota del 15,5%.

9 – Pier Luigi Loro Piana. La sua ricchezza è valutata in 1-1,5 miliardi di franchi (1,250 per Bilanz). Loro Piana (65 anni) precisa che è – ed è sempre stato – cittadino italiano residente in Italia, Paese nel quale ha sempre pagato le tasse. Quando è in Svizzera vive a St. Moritz ma d’estate ama trascorrere alcuni mesi sul suo yacht di lusso di 40 metri “My Song”. Le sue destinazioni preferite? Sono le isole Baleari e le isole greche. Come membro dello Yacht Club Costa Smeralda, “Pigi”, come è conosciuto dal suo equipaggio, partecipa a molte regate. È sempre alla ricerca del miglior materiale per le sue creazioni. La sua ultima idea sono abiti fatti di peli di cammello. Con la società di moda Caruso, ha sviluppato una procedura che consente di elaborare un tessuto sempre più sottile. La fibra è chiamata Gobigold: la materia prima proviene infatti da cammelli del deserto del Gobi e dalla Mongolia.

Nel 2013, insieme al fratello Sergio (scomparso quello stesso anno), Pier Luigi Loro Piana ha venduto l’80% dell’azienda di famiglia al gruppo Lvmh del miliardario francese Bernard Arnault per 2,6 miliardi di dollari e oggi possiede una quota del 10%.

10 – Giuseppe Zocco (con la famiglia Rimer). Possiedono una ricchezza di 1,250 miliardi di franchi svizzeri secondo il magazine Bilanz (il loro nome non è invece presente nella classifica di Bilan).

Giuseppe Zocco ha co-fondato Index Ventures con David Rimer e Neil Rimer nel 1996, focalizzandosi sugli investimenti nei settori dei servizi online e software, e-commerce e marchi digitali.

Nato 52 anni fa a Noto, in Sicilia, cresciuto a Siracusa, studi a Milano, Londra e Palo Alto, Zocco ha lavorato a  Milano, Bruxelles, Zurigo, Madrid, Francoforte, Palo Alto e Londra. Vive a Ginevra.

Con investimenti in aziende come Skype, Facebook o Deliveroo, il trio si è fatto un nome in tutto il mondo. Nel frattempo, la società di Ginevra è diventata uno dei più grandi attori europei nel venture capital.

Zocco siede nel consiglio di amministrazione di Ozon.ru, The Cambridge Satchel Company, Moleskine. Ha partecipato a diversi investimenti precedenti su Index, tra cui Rpx, Zendesk, Privalia, Ciao AG, Milestone Systems, MutuiOnLine, Tecnologie numeriche, Virata e Digiquant. Precedentemente ha trascorso cinque anni come consulente presso McKinsey & Company in diversi uffici europei.

I multimilionari della lista

43174fb0-9d98-4b5e-b06e-d6ee1228b17a

11 – Sergio Marchionne. Una ricchezza calcolata in 600-700 milioni di franchi svizzeri per l’amministratore delegato di Fca (Bilanz calcola invece 550 milioni). Nel 2017 ha aumentato il suo patrimonio di 300 milioni. Nell’edizione 2012 di Bilan, la ricchezza di Marchionne era calcolata in 100-200 milioni di franchi svizzeri. Questo significa – se i dati di Bilan sono esatti – che in cinque anni la fortuna dell’ad di Fca è cresciuta nell’ipotesi peggiore del 200%.

Nell’autunno 2016 Marchionne ha trasferito la sua residenza fiscale da Walchwil, un comune del cantone di Zug, a Schindellegi (Feusisberg) nel canton Svitto, perché il cantone continua a consentire la tassazione forfettaria. Secondo i giornali svizzeri il numero uno del gruppo automobilistico abiterebbe nel complesso di lusso “Sunset” alla Stutz Haldenstrasse, con vista sul lago di Zurigo.

Arrivato nel giugno 2004 al vertice della Fiat, Marchionne (65 anni) ha ristrutturato completamente il gruppo fondendolo con l’americana Chrysler e scorporando Ferrari. Quando Marchionne è arrivato alla Fiat il gruppo valeva 5,5 miliardi di euro di capitalizzazione. Oggi, insieme a Cnh Industriale (macchine agricole e camion) vale più di 60 miliardi. Appassionato di Maria Callas, Marchionne detiene partecipazioni in Fca (1,13%), Cnh, Ferrari e Philip Morris.

12 – Carlo De Benedetti. Stabile rispetto al 2016 la ricchezza di Carlo De Benedetti, valutata in 500-600 milioni di euro (550 milioni per Bilanz). Rispetto all’edizione 2012, invece, l’ingegnere registra un calo consistente ed è l’unico della classifica degli italiani ad andare in perdita. Cinque anni fa il suo patrimonio era valutato 800-900 milioni di euro, quindi nella migliore delle ipotesi si è ridotto del 33%. Nel frattempo però De Benedetti ha lasciato le sue attività ai figli.

L’Ingegnere vive da tempo a Lugano e ha un passaporto della Confederazione. Nel 1976 ha fondato la Cir (Compagnie Industriali Riunite), una delle più importanti holding private italiane, con circa 14 mila dipendenti, quotata alla Borsa di Milano. Attualmente è presidente onorario di Cir e Cofide. Dal 1978 al 1996  è stato alla guida di Olivetti e presidente onorario dal 1996 al giugno 1999. Dal 2006 è presidente del Gruppo Editoriale L’Espresso. Da giugno 2017 è presidente onorario di Gedi, il gruppo editoriale nato dalla fuzione del gruppo Espresso con la Stampa e il Secolo XIX.

13 – Tomaso Trussardi e Michelle Hunziker. Il loro patrimonio è valutato fra i 200 e i 300 milioni di franchi, in crescita di 50 milioni rispetto al 2016 (per Bilanz è di 275 milioni di franchi). Tomaso è l’erede del fondatore della griffe di moda, Nicola Trussardi. Nell’impresa di famiglia lavora anche Aurora, figlia di Michelle Hunziker e di Eros Ramazzotti, che ha svolto il suo apprendistato nel settore del marketing e della comunicazione. La società è controllata anche da Gaia, sorella di Tomaso, direttrice creativa del brand.

14 – Alessandra e Allegra Gucci. Ereditiere dell’impero della moda Gucci (oggi il marchio è controllato dalla holding francese Kering di Francois Pinault), Alessandra, 41 anni, e Allegra, 36 anni, hanno la residenza fiscale nel cantone dei Grigioni e hanno una ricchezza tra i 100 e i 200 milioni di franchi (125 milioni per Bilanz). Sono figlie di Maurizio, assassinato nel 1995.

Allegra è diventata cittadina con passaporto svizzero e vive a St. Moritz. Ha lanciato la sua nuova strat-up, Balthazar Experience, che spazia dalla ristorazione alle relazioni pubbliche.  Alessandra, invece, ha ormai lanciato la propria griffe con il logo “AG”. Ha lavorato come designer nella società di abbigliamento Ovs.

15 – Raffaello Radicchi. La sua fortuna è valutata in 100-200 milioni di franchi. Quella di Raffaello Radicchi è una storia spettacolare. Radicchi, 66 anni, è un immigrato italiano figlio di contadini, diventato un magnate immobiliare. Oggi è il più importante proprietario privato del cantone di Neuchatel, con 1.700 beni immobili che gli appartengono attraverso le sue società.

L’imprenditore è arrivato in Svizzera nel 1970 per lavorare come operaio allo scavo del tunnel del San Gottardo. Nato a Gubbio, in provincia di Perugia, ha costruito un impero che copre tutte le attività legate all’immobiliare. Architettura, pittura, costruzione, ebanista, cucina: tutte le attività sono controllate dalla sua holding Insulae. L’uomo d’affari detiene anche partecipazioni nel marchio di orologi Schwarz Etienne, che ha rilanciato nel 2008, e in un’altra società di orologeria, la Rsm.

Radicchi deve il suo successo a un eccezionale senso degli affari. Dopo essere stato operaio nel cantiere del Gottardo, ha seguito il suo datore di lavoro a Morges e poi a La Chaux-de-Fonds. Nel 1979, quando la crisi dell’orologeria ha fatto crollare i prezzi, ha raccolto abbastanza soldi per comprare un primo edificio con un socio. Lo rinnova, lo rivende e reinveste i profitti. Da allora non si è più fermato.

Chi è uscito dalla classifica

Tra il 2012 e il 2017, dunque, ci sono stati cambiamenti importanti nelle ricchezze dei miliardari e milionari di origine italiana che hanno scelto di vivere in Svizzera. Nel 2012 in classifica non c’erano la famiglia Bonomi, Loro Piana, Zocco, Trussardi, le sorelle Gucci e l’ex immigrato Raffaello Radicchi.

In compenso figuravano milionari che oggi, per motivi diversi, non sono più in graduatoria. I nomi? Vittorio Carozza, presidente del gruppo Same Deutz-Fahr (macchine agricole), con un patrimonio tra 900 milioni e 1 miliardo; Carlo Crocco, rampollo del gruppo italiano Binda e fondatore della società di orologeria Hublot (ogg controllata da Lvmh); la famiglia Macaluso, guidata fino al 2010 da  Luigi Macaluso, presidente di Sowind Group, con i marchi Girard-Perregaux e JeanRichard (il loro patrimonio era stimato in 100-200 milioni). E infine la famiglia piemontese Zanon di Valgiurata, ex proprietari della banca Morval Vonwiller ed eredi di una delle figure storiche dell’automobilismo italiano: il conte Gughi Zanon di Valgiurata. Anche per loro il patrimonio era valutato in 100-200 milioni.

LEGGI IL POST Da Agnelli a Zegna, i 13 italiani più ricchi della Svizzera (passando per Bonomi e Marchionne)

angelo.mincuzzi@ilsole24ore.com

Twitter: @Angelo_Mincuzzi

L’URLO è anche su Facebook, su Google+ e su Flipboard