La Svizzera blocca la consegna alla Francia delle liste di presunti evasori fiscali Ubs. Vacilla lo scambio automatico di informazioni?

Il segreto bancario svizzero non è stato ancora sconfitto. Un colpo durissimo allo scambio automatico di informazioni è arrivato martedì 31 luglio proprio da un tribunale della Svizzera. Il gruppo Ubs – principale gruppo bancario della Confederazione elvetica – ha ottenuto dal Tribunale amministrativo federale svizzero di San Gallo l’autorizzazione a non consegnare alle autorità fiscali francesi i dati sensibili di alcuni clienti della banca. E anche se questa non è la parola definitiva (la Francia può ancora ricorrere al Tribunale federale), la corte amministrativa elvetica ha consegnato alla più grande banca del paese una chiara vittoria in una contesa sul segreto bancario iniziata tempo fa.

Secondo il tribunale amministrativo federale svizzero i funzionari francesi non hanno fornito prove del fatto che «i contribuenti (di Ubs, ndr) coinvolti non hanno rispettato i loro obblighi fiscali. Il semplice fatto di avere un conto in Svizzera non è sufficiente – ha concluso la corte svizzera -. Le spiegazioni fornite dalle autorità francesi erano insufficienti». La richiesta dalla Francia si basa su informazioni ricevute dalle autorità tedesche, che negli scorsi anni sono entrati in possesso di numerosi file riservati prelevati da “gole profonde” in varie banche svizzere.

Della vicenda si era occupato Il Sole 24 Ore in un’inchiesta del settembre 2017 dal titolo “La guerra delle tasse e il misterioso caso della spia svizzera arrestata in Germania”. Alcuni file segreti provenienti dalle banche svizzere erano stati consegnati anche alle autorità italiane (“Quelle liste di evasori fiscali arrivate in Italia in gran segreto”)

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L’11 maggio 2016 il fisco francese aveva presentato una domanda di assistenza amministrativa all’Amministrazione federale delle contribuzioni. La domanda si basava su liste contenenti diverse migliaia di numeri di conto aperti presso Ubs Switzerland SA e intestati a persone con presunto domicilio fiscale in Francia. Il fisco francese chiedeva di conoscere i nomi e le date di nascita degli intestatari e il saldo dei conti. Ubs Switzerland SA (alla quale il Tribunale amministrativo federale, con sentenza A-4974/2016 del 25 ottobre 2016, aveva riconosciuto qualità di parte) e le persone fisiche direttamente interessate avevano impugnato dinanzi al Tribunale amministrativo federale le decisioni finali pronunciate il 9 febbraio 2018 dall’Amministrazione federale delle contribuzioni.

Il Tribunale amministrativo federale ha fondato il proprio giudizio in particolare sulla giurisprudenza del Tribunale federale, secondo cui i criteri sviluppati a proposito delle domande raggruppate sono applicabili per analogia anche alle domande fondate su una lista («Listenersuchen»). La Corte è giunta alla conclusione che non fosse adempiuto il presupposto secondo cui una domanda di assistenza amministrativa deve specificare i motivi per cui i contribuenti in questione avrebbero eluso i loro obblighi fiscali; il fatto di detenere un conto in Svizzera non è sufficiente, nonostante le argomentazioni delle autorità francesi.

La sentenza potrà adesso essere impugnata dinanzi al Tribunale federale nei limiti previsti dall’articolo 84a della legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale federale (ossia se concerne una questione di diritto di importanza fondamentale o se si tratta per altri motivi di un caso particolarmente importante; spetterà al Tribunale federale a determinare se tali presupposti sono adempiuti nella fattispecie).

«La decisione conferma la nostra opinione iniziale che la richiesta di assistenza amministrativa è inammissibile», ha dichiarato ieri Ubs in una nota inviata via email all’agenzia di stampa Bloomberg.

Le autorità fiscali francesi hanno inoltrato richieste alla Svizzera nel dicembre 2012 e nuovamente a dicembre 2013 per informazioni sui rendimenti dei contribuenti per il 2010, il 2011 e il 2012. Le autorità svizzere hanno chiesto al principale istituto di credito del paese di trasferire le informazioni due anni fa in base alla richiesta.

Ubs ha contestato il procedimento in tribunale, dicendo che la Francia non era abbastanza specifica sui dati che stava cercando. E il tribunale amministrativo federale ha consentito a Ubs di fare appello aprendo la strada alla decisione di martedì.

Twitter: @Angelo_Mincuzzi

angelo.mincuzzi@ilsole24ore.com

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